Ricordi dal Jamboree 2023
Iris è un’esploratrice del Torino 1 tra i 3 selezionati nella nostra Sezione per partecipare al XXV Jamboree in Corea del Sud ad agosto dell’anno scorso.
Il Jamboree è il più grande campo internazionale scout che si tiene ogni quattro anni in località sempre diverse nel mondo a partire dal 1920 (il primo Jamboree fu a Olimpia, Londra). Ancora oggi, questo campo è un’eccezionale opportunità di conoscenza interculturale, educazione all’alterità inclusiva e fratellanza mondiale, grazie alla presenza di diverse decine di migliaia di partecipanti.
Iris ci regala i “profumi” e le atmosfere di tutto questo in una sua memoria di quei 15 giorni passati quasi dall’altra parte del mondo.
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Il mio Jamboree
E’ semplicemente incredibile: non si capisce per quale motivo il mondo spesso esprima tanti pregiudizi, tanto odio, costruisca tante barriere che poi, quasi per magia, crollano se si varca la soglia di un Jamboree.
Giuro, sembra surreale, ma è così.
Non ho sentito una singola burla sui francesi, che chissà per quale motivo gli italiani di solito si divertono tanto a sbeffeggiare, ma appena li abbiamo visti, l’unico pensiero è stato rivolto a fare la loro conoscenza.
Abbiamo incontrato un sacco di ragazzi e ragazze da svariati paesi africani e di loro conserviamo il ricordo della loro estrema gentilezza, della loro voglia di conoscere il prossimo e della loro simpatia smisurata. Abbiamo sfatato il mito del “ghiaccio” che, secondo molti, caratterizza il carattere degli abitanti dei paesi nordici. Quel “ghiaccio”, a parte essere ricordato dal candore della loro pelle e dalla purezza delle loro parole, non lo abbiamo mai ritrovato nelle conversazioni. Anzi, al contrario di ciò che racconta la leggenda, sono stati spesso gli svedesi, i finlandesi, i danesi, o i norvegesi a rivolgere per primi la parola a noi , che siamo noti per la nostra loquacità.
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Abbiamo avuto il piacere di apprezzare il sorriso caloroso di chi proviene dall’Arabia e dal Medio Oriente, il loro costumi spettacolari, i profumi e i sapori di luoghi non troppo lontani, ma di cui conosciamo molto poco.
Abbiamo scoperto l’espansività e l’enorme buon cuore di molte popolazioni del Sud America, il loro gioioso modo di intrattenere gli amici e la semplicità con cui rendono tutto colorato.
Per quanto possa sembrare assurdo, non c’è stata una singola persona, tra quelle 50 000, il cui intento non fosse rivolto con purezza e genuinità alla scoperta dell’altro, della sua cultura e del suo modo di vivere lo scoutismo.
Forse è proprio perché siamo legati dallo scoutismo, forse perché B.P, quel signore che i droni, ad un certo punto della “Opening Cerimony”, hanno disegnato in cielo, ci aveva visto molto, molto lungo quando ha fondato questo Movimento e quando ha ideato il Jamboree.
A proposito: la parola Jamboree viene da Jam (marmellata) e da boy( ragazzo) quindi è una “marmellata di ragazzi”, ma aggiungerei di culture, di promesse, di sorrisi, di voglia di fare, ma soprattutto di desiderio di scoutismo.
Iris del Torino 1
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